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Variabili umane [recensione]

Ciao, sono Marco. Sono… beh, sono uomo. Uomo, e…? Come «Uomo, e…?». C’è forse qualcosa da aggiungere, da specificare? Uomo/eterosessuale? Uomo/maschio?

Da quando ho visto Variabili umane, lo spettacolo teatrale della regista e drammaturga argentina Marcela Serli messo in scena dalla compagnia Atopos, questa domanda non mi pare più così banale o scontata. E non posso non ripensare a come avrebbe risposto, per esempio, Matteo, uno dei protagonisti:

Io sono Matteo, sono un uomo transessuale, fino a pochi anni fa per lo stato italiano non esistevo. C’era questa donna che non ero io. Io sono un uomo. Sono, per così dire, un uomo nuovo.

Oppure Laura, un figlio di quindici anni:

Lo sai che sono un padre anche se non sono un uomo? Non è necessario essere uomo per essere padre. Conosco un sacco di padri che non sono uomini, anche se loro dicono di esserlo.

O ancora Stefania:

Sono una donna transessuale, sono stata sposata 20 anni con una donna meravigliosa, che è stata mia moglie.

Variabili umane è uno spettacolo teatrale con quindici attori: donne, uomini e persone transgender che hanno affrontato o stanno affrontando la transizione verso un genere diverso da quello biologicamente attribuito. Ma prima di essere un bellissimo spettacolo, vincitore del premio Cappelletti per Tuttoteatro.com, è un percorso, durato oltre un anno, in cui i partecipanti e le partecipanti si sono confrontati e interrogati sulla loro identità. Il risultato è un gigantesco coming-out collettivo, in cui le vite reali e personali dei protagonisti (solo pochi di loro sono attori professionisti, gli altri provengono da un laboratorio di teatro) si intrecciano con molta ironia ma anche con momenti toccanti, per esempio il monologo da brividi di Marta Pizzagallo, neodonna, sulla maternità. È un’azione di presa di coscienza e di denuncia del razzismo e della discriminazione ancora così presenti nella nostra società e nel nostro bel paese che può vantare il record del più alto numero di omicidi trans fobici al mondo.

Ma, più ancora di questo, a cui ero in qualche modo preparato, questo spettacolo è stato per me una luce accesa sul tema dell’identità, e su quelle domande che – ammetto, e così faccio anche io il mio outing – non mi ero mai fatto. Nasco maschio, quindi sono maschio, e anche eterosessuale. Perché è così, perché la biologia e la società te l’hanno detto, scritto addosso. O perché davvero sono così? E quando vedo in scena donne biologicamente femmine, trans gender, uomini e donne transessuali, neodonne, uomini biologicamente maschi, capisco che per molte, moltissime persone, l’identità di genere non è stata un pacco regalo ma una lotta combattuta ogni giorno, a viso aperto, con coraggio e determinazione, nella vita di famiglia, sul lavoro, nelle amicizie. Capisco che le cose non vanno date per scontate. Che le parole, come dice il testo verso la fine, sono importanti. Vanno usate bene.

Perché tutti abbiamo diritto alla felicità, ad essere amati così come siamo.

E quando, nell’ultima scena [attenzione! >>> spoiler] gli attori cominciano a spogliarsi, mostrando i loro corpi “umanamente variabili”, quelli a disagio sono gli spettatori, che restano vestiti. Non per la (poca) nudità esibita, ma perché toccano con mano quanto, a nudo, gli attori si siano messi veramente in tutto lo spettacolo. E tu che sei lì, vestito dei tuoi abiti e della tua identità, senti improvvisamente di aver perso qualche pezzo della tua vita, di aver tenuto gli occhi chiusi troppo a lungo, e vorresti alzarti, salire anche tu sul palco restando in mutande (vedi che aveva ragione la mamma che è comunque sempre meglio metterle pulite, ché non puoi sapere cosa ti succederà), e abbracciare tutti e dire «grazie», ho bisogno di voi per essere me.

 

Variabili Umane

progetto e regia di Marcela Serli, donna biologicamente femmina

drammaturgia di Marcela Serli e Davide Tolu, uomo transessuale (FtoM)

Con

Irene Serini – donna biologicamente femmina, queer, attrice; Marta Pizzigallo – neodonna, attrice; Antonia Monopoli – donna transessuale (MtoF) referente sportello trans Ala Milano Onlus; Laura Caruso – transgender (MtoF), formatrice aziendale; Matteo Manetti – uomo transessuale (FtoM), attore; Maxine Na’vì – donna transgender (MtoF), medico; Andrea Forzani –donna transgender (MtoF), dirigente aziendale; Noemi Bresciani – donna biologicamente femmina, danzatrice; Alessio Calciolari – uomo biologicamente maschio, dragqueen, danzatore; Gianluca Di Lauro – uomo biologicamente maschio, dragqueen, attore; Sheina Pecchini – donna transessuale (MtoF), ispettore di polizia; Cesare Benedetti – uomo biologicamente maschio, danzatore; Marco Caserta – uomo transessuale (FtoM), disoccupato; Gaia Saitta – donna  biologicamente femmina, attrice;Hervé Guerrisi – uomo biologicamente maschio, attore

Immagini di Maddalena Fragnito – donna biologicamente femmina, artistiva visiva con la collaborazione di Renzo Francabandera – uomo biologicamente maschio, artista visivo, Ricerca musicale di Francesca Dal Cero – donna biologicamente femmina, regista radio, Consulenza ai costumi, Giada Masi – donna biologicamente femmina, costumista, Organizzazione, Francesca Veltre – donna biologicamente femmina, organizzatrice teatrale.

 

 

Links

Compagnia Atopos

Irene Serini

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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