Il blog di Dire Fare l'Amore

La sindrome del cucciolo in autostrada [mysky3]

Tre mesi sono passati da quando Mysky HD è entrato a casa nostra. Tre mesi in cui si è conquistato il suo spazio in una libreria prevalentemente dedicata ai libri. Tre mesi in cui ha fatto appassionare la famiglia al basket, prima invisibile perché raramente disponibile sui canali free, in cui ha surrettiziamente inoculato alcune serie tv nelle nostre abitudini, in cui ha fornito il film della nostra tradizionale domenica pizza&film (anche se, a dire il vero credevo che la scelta fosse più ampia). Tre mesi che rappresentano il 50% del periodo di pacchetto VIP gentilmente offerto da Sky in cambio di questi post (tranquilli, è l’ultimo).
Tendenzialmente poco televisivi, sportivamente quasi atei, amanti del cinema sul grande schermo e – diciamolo – un filino snobbini verso i programmi del piccolo, abbiamo accolto il decoder come si fa con un cucciolo, senza pensare che pian piano crescerà e si farà via via vorace, esigente e cagone. Il vantaggio dell’elettronica è che mangia (tempo, attenzione, elettricità), ma almeno non te la fa sul tappeto.
E così, mancando ora tre mesi al potenziale switch-off i figlioli già si informano preoccupati: “ma, se vogliamo, lo possiamo tenere?”. E si comincia a pensare che in fondo ti fa compagnia, e che è molto facile e pratico (questo sì: la funzione di registrazione e di programmazione è comodissima, cancella pure le pubblicità dalle tv commerciali), che la programmazione è ricca (ma col pacchetto completo, se cominci a tagliare chiaramente si riduce un bel po’). E che poi, se lo lasciamo, finirà al canile dei decoder…
Quindi facciamo così. Anche se la “vera” tv sarà quella via internet, anche se non è che la famiglia Murdoch sia poi molto più simpatica della famiglia Berlusconi (però, ai punti, sì…), anche se ridurremo un po’ l’assortimento… il decoder ce lo teniamo anche in versione pay.
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