Il blog di Dire Fare l'Amore

Un regalo per Natale [racconto erotico]

 

I racconti erotici di Dire Fare L'Amore

I racconti erotici di Dire Fare L'Amore

Ecco qui il primo racconto. E visto che siamo ancora in clima festivo, l’ambientazione è natalizia. Spero che piaccia.

E’ possibile anche scaricarlo come pdf nella sezione multimedia.

Inachis Io

UN REGALO PER NATALE


Stavo dando un’occhiata alla posta. Quella “da battaglia” intendo, dove mi scrivono quelli che hanno letto il mio annuncio. Trovo i soliti cinquanta messaggi: una metà da scartare a priori per evidente carenza cerebrale (una lista di domande su prestazioni, tariffe e condizioni… mi hanno preso per un concessionario?), qualcuno interessante ma troppo volgare e arrogante, altri sintetici ma promettenti (da approfondire), un paio di vecchie conoscenze che riprendono il contatto… Nel mucchio, mi colpisce questo messaggio:

Da: korvatunturi@hotmail.com

A: bellissimaperte@hotmail.it

Oggetto: UN REGALO PER ME E UNO PER TE

Ciao! Ho letto il tuo annuncio e sono rimasto colpito da ciò che offri più che da ciò che chiedi. Siccome faccio un lavoro piuttosto stressante e di grande responsabilità (scadenze, customer-statisfaction…) che mi tiene in giro per il mondo, ho deciso, per una volta, di farmi un regalo. Vorrei incontrarti per un paio d’ore di sesso godereccio. Le rose non sono un problema, quello che cerco è un’emozione vera, una trasgressione fuori dal ruolo un po’ ingessato in cui sono costretto. Sono un uomo maturo, single, di aspetto gioviale e allegro, forse un po’ sovrappeso, alto di statura. Non posso ospitare ma ti incontro volentieri in motel.

A presto,

Joulupukki

 

“Il solito manager”, penso. Non che li ami molto, io, i manager. Hanno generalmente l’aria di chi è di fretta, del money for value, guadagno-pago-pretendo. Naturalmente ci sono le eccezioni, per fortuna, e poi non bisogna trascurare che, materialmente parlando, sono generosi e non si fanno problemi a contribuire alla mia causa.

Incuriosita, rileggo il messaggio. Cosa vorrà dire quel maturo; non sarà troppo vecchio? Non mi piace andare con i ragazzi giovani, troppo “assalto alla diligenza”; preferisco uomini più esperti, posati, intellettualmente stimolanti, capaci di apprezzare ciò che offro loro. Però c’è un limite anche a questo… Non vorrei un settantenne che mi stramazza nel letto per overdose di viagra!

La firma è misteriosa, spero non sia un soprannome che gli davano da piccolo o il nome del suo orsetto. Però il tono generale è educato e gradevole. Primo esame superato. Gli rispondo dando il mio numero di telefono per futuri contatti. Preciso nella mail che sono molto selettiva, il che non guasta mai.


* * *

 

 

È un mercoledì mattina, sto uscendo da un concessionario Honda dove ho appena scelto di non comprarmi la moto nuova (troppo costosa, anche per me che sono una che si gode la vita), quando mi squilla il cellulare. Numero visibile, ma non in memoria. Uno nuovo, dunque. Non so se rispondere perché sono in mezzo alla strada, ma poi, più per non lasciare arretrati che per curiosità, lo faccio. Una voce profonda, pacata.

– Ciao, sono Joulopukki.

Chi??? Ah, il manager maturo e panciuto.

– Ciao! Come stai? Sempre di corsa?

– Beh, è il periodo peggiore dell’anno, da questo punto di vista. Ma è un lavoro che faccio da tempo e so come muovermi.

– Senti, scusa la domanda, ma toglimi una curiosità: che significa Joulupukki? È un soprannome?

– No no, è il mio vero nome. Ho genitori stranieri.

– Ok, dimmi pure, Joulou…

– Come ti ho scritto, mi piacerebbe vederti. Però ho bisogno di chiederti una cosa. Io sono, diciamo, una persona piuttosto conosciuta… Possiamo incontrarci in modo riservato?

Il tipo si fa più misterioso… Ma non ha l’aria del maniaco.

– Possiamo andare in un motel molto discreto.

– Posso parcheggiare all’interno?

– Chiaro.

– Ok. Un’altra cosa: se, al posto degli euro, ti proponessi un regalo? Quello che vuoi tu, un gioiello, un telefonino… Non bado al valore, ma mi pare più educato e poi io sono abituato così. Se non è un problema…

Ah, questo no. Capace che poi è roba rubata. E poi è contro le regole. Le mie, intendo. Sto per rifiutare, quando penso alla moto che ho appena visto. Io sparo. Se abbocca, tanto meglio.

– Anche una moto?

– Certo. Anzi, non sarebbe la prima volta.

Sono un po’ sbalordita. Ma questo mi sta prendendo in giro? Eppure, mi è già successo di incontrare uomini molto ricchi a cui piace fare gli splendidi con una ragazza giovane… Completo la risposta:

– Andrebbe benissimo la Honda DN-01.

– Ok.

– Ah, grafite black, se possibile!

Il tipo non fa una piega e mi chiede solo di fissare data e luogo e precisa che mi aspetterà direttamente in stanza. Aggiunge che, vista l’imminenza del Capodanno, si presenterà con boxer rossi. Il dettaglio non è così confortante, ma in ogni caso conto di toglierglieli presto.

Riattacco con una strana eccitazione che sconfina vagamente nel sospetto. Ma io sono così: affronto la vita con coraggio e voracità, “senza lasciare briciole nel piatto”, si potrebbe dire.


* * *

 

 

Arrivo puntuale. È uno di quei motel in cui si accede direttamente alle stanze, dall’esterno. Davanti all’ingresso trovo parcheggiata una Honda DN-01. Grafite black.  Busso alla porta della 210. Ma è aperta, entro e sul tavolo vedo subito le chiavi della moto, con un biglietto e un fiocchetto rosso. Pacchiano, ma carino.

La camera è illuminata debolmente. Joulou è nel letto, coperto fino al torace dal lenzuolo. Mi sorride e mi saluta con voce sonora e allegra. Mi mette di buonumore e i suoi occhi sprizzano allegria e eccitazione. La faccia, incorniciata da una folta barba, esprime bontà. A dispetto dell’età, in effetti un po’ avanzata, mi fa pensare a un bambino il giorno di Natale. Penso che forse è da tanto che non lo fa con una donna, e quasi certamente non con una ragazza bella come me. Naturalmente non glielo chiedo, ma la convinzione mi dà un leggero fremito di legittima soddisfazione.

Ha un’aria vagamente familiare. In effetti mi ha detto di essere famoso, ma non riesco a ricordare se l’ho visto in televisione. Mi spoglio e mi sdraio accanto a lui. Mi accarezza con le sue grosse mani. Sono un po’ ruvide, ma il tocco è dolce. Il suo corpo è tonico, anche se effettivamente non proprio longilineo. Profuma di buono, un aroma di muschio e di bosco. Ricambio le carezze e scendo lentamente verso l’inguine, fino ad incontrare l’elastico dei boxer.

Immediatamente mi torna alla mente la sua promessa di intimo rosso natalizio e non resisto alla tentazione di gettare un’occhiata alla mutanda. Rossa, sì; ma di marca e di classe. Apprezzo il dettaglio mentre scivolo con la bocca verso il suo uccello. L’uomo è già sulla rampa di lancio. Tutto naturale, però. Le erezioni da viagra le so riconoscere…

– Vuoi che te lo bacio? – chiedo – Però lo impacchettiamo, eh?!

– Certo, sono abituato ai pacchetti – sorride e socchiude le palpebre mentre gli infilo il preservativo.

Dai mugolii capisco che Joulou apprezza il servizio e, anzi, quando provo a proporgli di passare ad altre combinazioni mi prega di continuare con la bocca. Cambio ritmo e alterno diversi livelli di intensità. Sento il suo respiro crescere e farsi affannoso, mentre inarca il bacino e viene con un gemito che sembra scaturire dal profondo di una caverna.

Risalgo lungo il suo corpo e resto qualche minuto sdraiata accanto a lui. Mi abbraccia dolcemente, e sembra quasi l’abbraccio affettuoso e grato di un padre.

Mi chiede di me, dei miei sogni, dei miei desideri. Poi mi dice di andare.

– E non dimenticare la moto! – mi grida mentre mi allontano.


* * *

 

 

È la mattina di Natale. Mi alzo tardi e, ancora assonnata, mi dirigo in cucina per il primo caffè della giornata. Quasi inciampo in uno scatolone appoggiato per terra. Poi ne vedo altri sul tavolo, sul mobile. La stanza è piena di regali! Tutti impacchettati con la stessa carta. Ne apro uno: proprio il nuovo modello di ipod che volevo comprare. Un altro: un bel completo di Intimissimi. Scarto i pacchetti con frenesia. Sono tutte le cose che più desideravo.

Mi manca il fiato. Ma non per i doni in sé… Perché solo ora ho realizzato che…

…ho fatto un pompino a Babbo Natale!


© 2008 Inachis Io – www.direfarelamore.it

10 Commenti

  1. ondanuova
    5 Gennaio 2008

    Simpatico!

    🙂

    Rispondi
  2. nitroglicerina
    16 Gennaio 2008

    He He He! Simpatico davvero! 🙂

    Rispondi
  3. antognocca
    26 Gennaio 2008

    eh ehe h…questa è bella!!!!!

    che soggetto…. 😉

    Rispondi
  4. ZuZuli
    30 Gennaio 2008

    Ma è fantastico questo racconto…ahahah, non ho parole, le ho finite tutte!:)

    Rispondi
  5. DolceRebus
    17 Febbraio 2008

    Un pò blasfemo ….. ma vorrei tanto che capitasse anche a me (solo x i regali però )….

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  6. utente anonimo
    21 Aprile 2008

    Molto carino!!!

    Bravo..anche se la fantasia galoppa bene, e comunque il Povero Babbo avrà bisogno di un pò di sesso anche lui!!

    :))

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  7. ocramasil
    30 Dicembre 2008

    ..questa e’ proprio simpatica!…

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  8. FRANK
    31 Luglio 2010

    BELLISIMA

    Rispondi
  9. Maria
    17 Settembre 2010

    Questo è uno dei miei preferiti!!! anche se non saprei quale scegliere se dovessi sceglierne solo 1

    Maria

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  10. robby25
    2 Dicembre 2010

    Ma questa poi…….
    Veramente carino questo racconto, bravo e complimenti per la fantasia dissacrante
    che hai. Mai riso tanto eheh

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