Il blog di Dire Fare l'Amore

I pro e… i pro del selfpublishing

Nondum matura est,  nolo acerbam sumere.

Non è ancora matura,
non voglio mangiarla acerba.

(Esopo)

Metto le mani avanti (notare citazione qui sopra): se domattina mi chiama Giulio Mozzi, o Giulia Ichino (Mondadori), o Chiara Valerio (nottetempo), oppure Nicola Lagioia (minimumfax), Alberto Rollo (Feltrinelli) o anche qualcuno di Guanda (che sarebbe in stile, secondo me) e mi dice “vogliamo pubblicare i tuoi racconti”, glieli smollo subito e ne sono ben felice. MA, in attesa che il telefono squilli, mi godo i pro e i… pro del selfpublishing, che vorrei qui riassumere a uso di tutti quelli che stanno pensando se autopubblicarsi.

Ho pubblicato Dire fare l’amore nel 2009 su ilmiolibro.it, servizio che avevo scelto dopo un confronto serrato con lulu.com e boopen.it essenzialmente per due motivi, uno confermato, l’altro smentito.

Un reale vantaggio de ilmiolibro.it: Offre dei formati tascabili e una qualità di carta e di stampa che gli altri non hanno. Tra l’altro, l’unica volta in cui ho avuto un problema di stampa del libro, ho potuto parlare con un simpatico signore non lontano dall’età della pensione, con una grande esperienza tipografica alle spalle, che dirige la tipografia di cui si serve ilmiolibro.it e ne ha progettato i formati: un uomo appassionato del suo lavoro che mi ha spiegato tutte le scelte tecniche con grande competenza.

Un vantaggio che vantaggio non è: ilmiolibro.it nasce come community di aspiranti autori e come spazio di vendita. In pratica, la vendita è molto scomoda per l’acquirente che deve registrarsi al sito, rilasciare una quantità di dati e pagare delle spese di spedizione spropositate. In compenso, l’effetto community di aspiranti emergenti disperati scrittori, fa sì che tutti cerchino di vendersi i libri a vicenda. Tutte le mail che ho ricevuto in questi anni da utenti del sito iniziavano con “Ho scritto questo libro, lo vuoi leggere/comprare/aggiungere in libreria?”. Nessuna, dico nessuna, chiedeva del MIO libro… Teoricamente, avendo alle spalle il gruppo L’Espresso/Repubblica si potrebbe avere una grande visibilità, visto che a volte pubblicizzano i libri sulle testate del gruppo. Ma anche quando mi è capitato di finire su Repubblica, supplemento libri del sabato, con la mia bella copertina in un “piede” del valore commerciale di circa 8000 euro, non ho realizzato neppure una vendita.

Parliamo ora di numeri

Finora ho venduto quanto segue:

Vendite su ilmiolibro.it: 4 copie

Vendite in negozi di articoli erotici, concept-store, spacci, bancherelle: circa 130 copie

Vendite dirette dal mio sito: oltre 700 copie

Non sono numeri da sbandierare su una fascetta del tipo “Due edizioni in una settimana”, ma chiunque conosca il mercato editoriale sa che sono cifre che spesso un piccolo editore fatica a fare. Io le ho fatte praticamente solo attraverso il passaparola, i social network, i lettori (a oggi oltre un milione) che sono passati di qui.

Se l’alternativa al selfpublishing è pubblicare a) a pagamento con un editore di infimo ordine b) pagato con diritti d’autore (lasciamo perdere l’anticipo che non te lo dà nessuno) ma con un editore senza una buona distribuzione, io dico cento, mille volte meglio come ho fatto io.

Parliamo ora di persone

Nella mia esperienza, dietro ogni copia venduta c’è una persona: di molte ricordo il nome, gli occhi o il motivo dell’acquisto. Il ragazzo che regala il libro alla fidanzata per san Valentino (prevedibile, in fondo, ma fa piacere), la ragazza che lo regala all’amico per (testuale) “svegliargli un po’ la fantasia”. La figlia che compra per la mamma, più timida. Un uomo che mi fa inviare una copia a una donna misteriosa per me (ma credo anche per lui). Una donna che manda copie alle amiche in crisi… Diverse di queste persone le ho incontrate di persona per la famosa “consegna a mano contro invito a pranzo”, con qualcuno siamo diventati amici. Le nostre vite si sono incrociate anche solo per lo spazio di una mezz’ora, nella quale però ci siamo scambiati qualcosa di non banale. Oppure sono riaffiorate dopo un giorno, una settimana o un anno per lasciare il loro commento, per dire un grazie, per raccontarmi il finale…

Tutto questo è un patrimonio di emozioni e di relazioni che non avrei forse avuto altrimenti.

Inachis goes social

Non sono nativo digitale. Nemmeno so se sono “adottivo” digitale. Ma grazie al blog e ad alcuni benefattori della prima ora ho cominciato a usare aNobii, facebook, twitter, friendfeed (sì, google ero già capace). Restando solo in tema di selfpublishing, da qui sono nate le iniziative migliori: le catene di lettura su aNobii (di cui scriverò meglio in un prossimo post), e su facebook, i rimandi da twitter… In termini di copie circolanti e/o vendute i social network hanno inciso in modo significativo, arricchendo la “vendita” di un aspetto relazionale e comunicativo importante. I pareri scambiati, i commenti, le recensioni hanno creato una rete di protezione intorno al libro, lo hanno arricchito di un piano diverso di significato, legato all’esperienza che del libro ha fatto il lettore. Ho ricevuto nel tempo anche recensioni importanti, di giornalisti o blogger famosi, ma quelle spontanee dei lettori, aggregate su qualche network o depositate sul mio sito, hanno quell’autenticità “dal basso” che le rendono più vere e gradite.

Domani?

Oggi tutti parlano di Stephen Leather, auto pubblicato in ebook su Amazon e in testa alle classifiche di vendita. Buon per lui, ma questo è forse un caso isolato e non generalizzabile. Vero però che l’ebook (se, tipo, decollasse un po’ anche da noi) abbatte un’altra barriera verso il fai-da-te. Io, per diversi motivi anche professionali che qui non approfondisco, credo che ci sarà sempre bisogno di agenti letterari capaci (e non rapaci), di editori, di distributori e librai. Credo cioè che il libro sia un prodotto così complesso da richiedere diverse professionalità diverse e complementari. Non ha senso farsi tutto in casa, è un autarchico impoverimento. E anche per sfruttare bene il mondo dei social network occorre professionalità. Però è vero che si aprono nuove prospettive anche per noi “self”.

Ieri sera ho scritto un’email d’impulso a Maria Cecilia Averame, fondatrice di quintadicopertina.com: “Voglio lavorare con te. Scrivo di eros 2.0 e autopubblico. Non mi interessa solo autopromuovermi ma partecipare con persone intelligenti a questo momento di cambiamento. Ci sono con idee, parole, (pochi) soldi, voglia di crescere”. Non so se mi risponderà, ma questo è il genere di cambiamento che ho in mente. Dal basso. Con passione. Finché non chiama Franchini.

8 Commenti

  1. Giulia Trapuzzano
    4 Marzo 2011

    Da queste parti c’è sempre qualcosa di speciale e squisitamente familiare.
    In bocca al lupo, tu. 😉

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  2. Meravigliosalice
    7 Marzo 2011

    Ti appoggio in pieno ! E ribadisco …che grande testa, che hai ! ^_^

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  3. Tiziana
    7 Marzo 2011

    ….era da un pò che non ti leggevo…..
    ….mi sono sentita una “consegna a mano contro invito a pranzo”….ahahaha…..

    ….sono sicura che ci riuscirai……

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  4. CosmoGirl
    10 Marzo 2011

    Una domanda di servizio: ma i tuoi racconti, che sono già stati pubblicati by your self potrebbero essere ripubblicati da un editore major diciamo? O per essere pubblicato che so da Mondadori dovresti scriverne altri “inediti”?

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  5. inachisio
    10 Marzo 2011

    Non sarebbe la prima volta che dei racconti pubblicati su internet diventano poi un libro, anche se la “moda” dei blogger che fanno il salto cartaceo mi pare un po’ passata. Dal punto di vista del diritto d’autore la cosa è possibile, perché il diritto per la pubblicazione su libro è diverso da quello della pubblicazione su internet.

    C’è poi l’aspetto della fruizione: è diverso leggere a video o su carta. Con i due mezzi si raggiungono anche due pubblici diversi. Però se dovessi pubblicare in un libro, credo che rivedrei i testi: la “misura” del web è più sintetica, quella su carta consente e richiede più sviluppo. I miei racconti sono tra le 10 e le 30mila battute. Potrebbero benissimo “salire” intorno alle 40mila, magari approfondendo il contesto o i personaggi.

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  6. inachisio
    16 Marzo 2011

    Dopo aver pubblicato questo post, ho scoperto un servizio interessante che sto ora esaminando: Youcanprint (http://www.youcanprint.it/) che mi sembra coniughi professionalità, convenienza, e ampiezza di servizi…. mi sa che traghetto lì

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  7. Alex Basile
    13 Febbraio 2012

    Senti… non è che leggeresti il mio libro? 😛
    Grazie per la tua testimonianza, alla fine è la stessa cosa che avevo in mente di fare io, spero di arrivare a fare anche solo la metà delle tue cifre e delle tue soddisfazioni 🙂

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