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Francesca Mazzucato, Lo svizzero [recensione]

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«Ispirato a una storia vera», spesso questo strillo in copertina serve a risvegliare la curiosità morbosa del lettore. In questo caso è invece un invito a maneggiare il libro con cura, a entrare in punta dei piedi in questa storia, intensa, drammatica, consegnata al lettore con arresa sincerità. Una storia che si percepisce subito come risposta ad una necessità di pace, di chiarezza, di condivisione. Come se fosse “troppo” per restare custodita nel ricordo e nel cuore di una sola persona. Come se avesse bisogno di essere scritta per morire davvero. E che va accolta come una confidenza fatta da una sconosciuta in treno, in un lungo viaggio notturno. Poi naturalmente è letteratura, e la pagina scritta reclama i suoi spazi di manovra, i suoi adattamenti, le sue semplificazioni. Però la sensazione di intimità mi ha fatto compagnia per tutto il tempo della lettura.

Fin dal primo capitolo (un piccolo gioiello per la forza narrativa e la capacità di spingere al limite le situazioni) mi sono lasciato prendere dal racconto come un topolino nelle spire di un boa constrictor, abbandonato a una narrazione curata, avvertita e progressiva (che poi, detto così, sembra che io me ne intenda di letteratura, in realtà volevo solo dire che il libro è scritto molto bene e che non annoia). Francesca dosa con grande equilibrio i fatti, le cose fatte al corpo, con il corpo, con i lacci di velcro, le bende, o con le mani e con ogni altra parte del corpo possa dare o ricevere piacere o dolore; i pensieri, intimi, contraddittori, dolorosi o appassionati; i piccoli dettagli di concretezza quotidiana che fanno la differenza e contribuiscono a dare spessore e verità al racconto (come per esempio descrivere la difficoltà economica di una relazione a distanza con lunghe e costose trasferte, e i sacrifici fatti per non privarsi di questo spazio di evasione).
Della storia dirò poco: è il racconto quasi a due voci (e l’Autrice “legge” perfettamente anche nel registro maschile) di una relazione di sottomissione e di amalgama tra due menti e due corpi, tra due persone che non dovrebbero amarsi, ma che non possono non farlo. Storia di desideri gemelli, storia di abissi e di abbandoni. Di sangue e di carne. Una storia distruttiva fin dalle premesse, ma in qualche modo inevitabile per la straordinaria coincidenza dei suoi protagonisti. E dico coincidenza non in senso casuale ma geometrico: di due rette che non possono non avere un punto di intersezione. Lei, Ludovica, generosa di forme e di sentimenti, lui, lo svizzero, con il cuore più chiuso di un caveau…
Sullo sfondo, come comprimari che a tratti avanzano in proscenio per un “a parte”, il mondo cinico e matematico della finanza e delle speculazioni; i social network, i mille tumblr a tema porno e sadomaso, vera novità espressiva in questo campo; una città, Zurigo, che sembrerebbe a prima vista la peggior cornice per una storia d’amore per quanto è fredda e distaccata, e invece è il teatro ideale di questa storia d’amore.
Aspettavo da tempo l’occasione per recensire un libro di Francesca Mazzucato, che considero una maestra; ma mi scocciava andare a ripescarne uno “vecchio” o rispolverare i grandi classici che tutti avrete letto. Sono contento di aver potuto parlare di questo Svizzero che mi ha preso, inquietato (sì, molto, ed è un bene), affascinato (in egual misura), perché è un romanzo che ha il coraggio di spingersi fino al limite della passione.

Un assaggio.
«Devo solo dimenticare il prima: devo fingere di non venire da nessun posto, di essere nuda di esperienze, nuda di altri uomini in attesa, nuda di contesti, di lavoro, di pretesti, di scoperti in banca, di una lingua precisa, nuda, come sono nuda nel corpo, solo questo. Il mio corpo che rinasce sotto le tue mani pazienti, rinascita reale, mi impasti, sei come dio con la sabbia, con la costola di Adamo, con il mondo da progettare. Ora sei demone che mi lega a quattro zampe per terra, cagna, pecora, animale, disponibile, aperta, sei colui a cui mi affido senza paura o indecisione, sei lo svizzero che mi prende, che mi tormenta.» (pag. 100)

Il libro
Francesca Mazzucato
Lo svizzero
Giraldi Hotlit
pag. 224 – 13,00 €

Dove seguire Francesca Mazzucato
twitter: @eroticnotes
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http://booksandsorrows.tumblr.com/

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