Il blog di Dire Fare l'Amore

Un amore perfetto, fino al tradimento [recensione]

Può un marito amare a tal punto sua moglie da desiderare vederla – da spingerla addirittura – nelle braccia di un altro uomo? E poi struggersi di gelosia, nei tre pomeriggi alla settimana in cui deve lasciare la casa libera per l’arrivo dell’amante? Forse se, come dice l’Autore, “Qualunque cosa gli esperti dicano della fiducia, se non siamo gelosi non siamo innamorati affatto” (pag 353).
Un amore perfetto è un libro sorprendente per diversi motivi. Innanzitutto per il modo in cui mi è stato consigliato. Una mail da un indirizzo sconosciuto che diceva semplicemente “devi leggere questo libro”. Stavo partendo per un viaggio, l’ho comprato alla libreria della stazione, possiamo dire a scatola chiusa. Una bella copertina, ma testi del tutto inutili in quarta e nei risvolti. L’editore ha risparmiato le meningi e ha trascritto le recensioni della stampa inglese e americana. Ma l’avrei comprato lo stesso, intrigato da quella mail. Ho quindi un indizio, un libro, l’intuizione – anche – che sia un libro non banale.
Non lo è, infatti. Anche per la seconda ragione di sorpresa: Howard Jacobson è un autore prevalentemente umoristico, invece questo romanzo, pur non mancando di ironia, scava nel profondo dei desideri e delle perversioni umane. Ne parla da conoscitore: “C’è una magnanimità tra pervertiti che è sconosciuta a coloro che si considerano retti. Liberati dalla paura dei propri desideri, non rifuggono terrorizzati da quelli degli altri” (pag. 303). Vero, oh quanto vero!
E’ un romanzo colto, con ampi sconfinamenti nella letteratura e nell’arte (Pierre Klossowski, per esempio). E’ un romanzo che definirei soprattutto crudelmente, dolorosamente, onesto. Un romanzo scandaloso non per ciò che racconta, ma per lo sguardo che porta. Un patto osceno a tre tra Felix, il marito, Marisa, la moglie, Marius, l’amante. Un patto d’amore, se così si può dire, che scava al fondo del rapporto di coppia, raccontando con una scrittura attenta più ai sentimenti che ai fatti i tormenti di un uomo che si scopre masochista e sceglie di vivere fino in fondo la sua natura. Attenzione però a chiamarsi fuori, a dire “non è per me, io non sono così”. Il merito di questo libro (e ora capisco la coppia che me lo ha suggerito) è di guardare in quel pozzo nero del cuore che spesso non apriamo per paura e solitudine, piuttosto che per rettitudine morale.
E’ la storia di un uomo, di una coppia, che lotta per non morire: “Non sono le bizzarrie sessuali a spingere la gente sul davanzale di una finestra, in generale non è il sesso. Moriamo di solitudine, non di perversione. La perversione è elettrizzante. Il pervertito può anche avere dei ripensamenti su se stesso, a volte, ma sa di essere vivo” (pag. 166).

Lo consiglio: a chi quando si guarda allo specchio preferisce accendere la luce.
Lo sconsiglio: a chi non scende le scale per paura di inciampare.

Vi lascio qualche altra citazione che mi ha colpito (e quando avrò un e-reader che sottolinea e copia ci metterò anche molto meno!)

“E’ insopportabile pensare tua moglie che piange per un altro uomo, assai più insopportabile che immaginare lui che gode di ogni centimetro del suo dolce corpo”. (pag. 371)

“Un masochista matricolato sarà sempre un oltraggio per un sadico, perché lo priva della sua raison d’être” (pag. 351)

“Nessuno racconta mai la verità quando si parla di sesso. Bisogna sempre aggiungere o sottrarre qualcosa”. (pag. 210)

Howard Jacobson
Un amore perfetto
Cargo 2010
pag. 382
20,00 euro (troppi)

2 Commenti

  1. laura
    8 Gennaio 2011

    E già ci vuole coraggio per guardare fino in fondo le cose umane e ancora più coraggio a risalire senza rimanerne impigliati, per poi uscirne come una farfalla. Come le tue farfalle.
    Mi ha proprio incuriosito, Inachis-Io. 🙂

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