Il blog di Dire Fare l'Amore

Il maschilismo dei modi gentili/2

Ho ricevuto nuovi commenti femminili a questo post sul maschilismo ammantato di educazione.
Eccoli!
– Il maschilismo dei modi gentili e quell’uomo che fa uscire la sua donna per prima dalla porta per avere l’occasione di girarsi a fissarne un’altra senza essere beccato (beh dalla moglie almeno…)
-quando, anche con evidente ragione, dai pubblicamente torto ad un uomo e appena ti giri lo senti “giustificarsi” con gli altri con un: “avrà le sue cose”
– quando dovendo condividere un unico bagno, non alzano la tavoletta e la lasciano piena di gocce

2 Commenti

  1. Flavio Zabini
    29 Novembre 2010

    Finisco qua, in una pagina bianca (che sarà anche l'ultima da me vergata) i miei commenti.

    Perché desiderare dovrebbe essere una colpa?
    Io addirittura, nel desiderio, mi rifiuto di recitare da giullare o da seduttore per compiacere la vanagloria femminile!
    E di prendermi la colpa se dovessi essere costretto a farlo (dalle pretese delle donne ovviamente, le quali altrimenti mai concederebbero un solo sorriso)!
    Io mi indigno che sia disprezzato chi con sincerità apprezza!
    Mi invipero quando mi viene fatto passare come colpa l’ingenuo trasporto per la bellezza e il magari maldaestro ma comunque sincero e non violento né minaccioso tentativo di avvicinarla e propiziarla (con parole, gesti ed inviti). O anche solo di esprimerla (senza alcuna intenzione offensiva) in maniera più o meno poeticamente vaga o banalmente diretta!

    Questa idolatria della donna mi fa venire il voltastomaco.

    Forse perché io (al contrario di quanto sostengono le accuse verso me e i miei simili) non mi sento superiore odio “broccolare”?
    Lo sento in realtà come un avvilimento di me, non della donna.

    E’ un lasciarsi andare immemore al disio di natura (al tentativo ingenuo di attingerne la meta). Dovrebbe essere considerato come la naturalità dell’avvento della primavera o di un usignuolo che canta, non come una costruzione culturale “maschilista”.
    E’ un farsi vincere dalle onde della voluttà e del disio che pone la donna quale meta unica di azione e di pensiero. Se eleva qualcuno, eleva la donna (di fatto idolatrata, messa innanzi a sé come fonte decisionale di ogni possibile paradiso ed inferno, e posta nel più che umano cui l’azione e il pensiero dell’uomo tendono e dipendono), non l’uomo.
    E’ una ammissione di debolezza. Dovrebbe suscitare comprensione, non ira.
    Ma mostrare debolezza pare essere il peggiore dei mali, se dall’altra parte vi è una donna.
    Se manca di rispetto per qualcuno, il broccolare (l’obbligo del broccolare ovvero del corteggiare) , manca per l’uomo, ridotto ad un giullare del cui disio ridere o ad un attore obbligato a far la parte del dongiovanni per compiacere la vanagloria femminile.
    E poi non si può pretendere il corteggiamento e bollare come maschilista o addirittura molestatore chi, nell’adempiere a tale obbligo sociale, sceglie modi o sfumature diverse da quelle pretese (ma non conoscibili a priori, diverse fra tutte le donne e non dette esplicitamente dalle singole donna)!

    Muoiano le dame con tutti i loro cavalieri (maschilisti o meno che siano)!

    Mi sono stancato di vedere definito maschilismo persino l’accettare il vergognosi costume cavalleresco, maschera di servitù imposta a tutti gli uomini verso tutte le donne, indegna di un uomo libero e degna solo delle corvee di medievale memoria, fior fiore della stupidità cristiani-germanica di cui tutto l’oriente ride come ne avrebbero riso i greci.
    Mi sono stancato di vedere definito maschilista chi si oppone non già all’emancipazione femminile, ma semplicemente all’obbligo di condividere la demagogia femminista politicamente corretta anche quando cozza contro ogni etica, ogni logica, ogni natura ed ogni buon senso (come quando chiama discriminazione il frutto di un privilegio di natura, quando dipinge come colpa culturale il disio poligamo dell’uomo, quando presenta la donna come vittima anche se perfettamente consapevole di certi “accordi”, quando inneggia alle leggi a senso unico su aborto, divorzio e violenza sessuale, quando vorrebbe vietare da parte maschile ogni bilanciamento in desiderabilità e potere di quanto la donna ha per natura).

    Io dico in faccia alle femmine quello che penso. Non sono gentile (non più che con gli uomini). Poi si offendano o si scandalizzino pure!

    Addio senza rancore (ma anche senza un rispetto da tutti/e voi non meritato)

    Rispondi

Lascia un commento